proprietà ai Piantanida alla fine del XIX secolo. Attribuito nel Settecento al Bramante a causa della notevole
qualità architettonica, soprattutto evidente nel portale, nel cortile e nello scalone, l’edificio fu notevolmente
rimaneggiato nel corso dell’Ottocento. Nelle incursioni aeree del 1943, della costruzione andarono distrutti gli
interni, ma il colpo di grazia fu dato da chi con l’ “occasione” offerta dai bombardamenti approfittò per
attuare interventi “innovativi” o semplicemente di speculazione su edifici prima vincolati dagli organi di
tutela del patrimonio artistico. Dapprima sparì il cortile cinquecentesco poi il cornicione di gronda, quindi
furono aiutate a crollare le murature dei piani inferiori, finché non si arrivò a distruggere il portale
rinascimentale. Era situato in via Olmetto al civico 3.
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