Le architetture della facciata – in cotto e incompiuta – insieme ai volumi dell’edificio rendono Santa Maria della Sanità una delle chiese più “romane” di Milano, con atmosfere che ricordano quelle del Barocco.
Degne di nota nell’interno a navata unica, di forma ellittica, sono la volta affrescata nel 1717 da Pietro Maggi e il coevo altare barocco in marmi policromi.
A distinguere la chiesa di Santa Maria della Sanità è però l’essere sede dal 2014, per volontà del card. Angelo Scola, della missione cum cura animarumper i fedeli cattolici di rito maronita (libanese). La Messa domenicale (ore 11) vi è celebrata secondo il rito cattolico maronita in tre lingue: araba, siriaca (aramaica) e italiana. La storia della Chiesa maronita, da sempre in comunione con la Chiesa cattolica, racconta di 1.600 anni di fedeltà e ricchezza liturgica. L’atmosfera mistica, orientale e spirituale si mostra nei segni di croce, nell’abbondante uso dell’incenso, nelle processioni e nei canti. Particolarmente viva è la devozione a san Charbel Makhluf, il “Padre Pio” del Libano, monaco taumaturgo libanese, canonizzato da Paolo VI nel 1977, che deve la propria fama ai numerosi miracoli attribuitigli dopo la morte.
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