Le fonti prima, e poi la letteratura critica, hanno sempre sostenuto che S. Maria della Passione nacque come chiesa a pianta centrale; e solo in seguito il disegno iniziale fu modificato, con l'aggiunta del corpo longitudinale a tre navate. Non conosciamo il nome dell'architetto che ideò la pianta a stella della tribuna, da sempre considerata uno dei risultati più alti, e raffinati, del Quattrocento milanese: un disegno poligonale, a ottagono, a cui è sovrapposta una croce greca, dai bracci sporgenti conclusi da absidi semicircolari; sui lati diagonali dell'ottagono sono poste le esedre, forse aggiunte più tardi , e destinate a servire da cappelle gentilizie. Gli anni sono quelli delicati, per Milano, del passaggio dall'architettura di tradizione sforzesca alle nuove forme rinascimentali che proponeva allora Bramante: e nettamente bramantesco è qui il puro gioco a incastro di volumi geometrici cubici e semicircolari, in calibrata alternanza, che propone la visione esterna della tribuna. Patetta , pur in assenza di evidenze documentarie, mantiene il riferimento a Battagio, già proposto da Baroni e avanza con cautela l'ipotesi di un coinvolgimento, nel cantiere, del Dolcebuono che, insieme a Bramante, nel 1488, inventa una struttura simile per il Duomo di Pavia.
Non è facile seguire le vicende del cantiere, negli anni successivi alla fondazione: per tutta la prima metà del Cinquecento le notizie di lavori sono rare, e riguardano tutte la costruzione delle cappelle gentilizie poste nelle esedre .
Il tiburio, rispetto alla tribuna, mostra una cultura nettamente diversa: non più il disegno elegante del primo Rinascimento milanese, ma il tono severo, e le forme monumentali, della metà del Cinquecento.La costruzione del tiburio coincide con la ripresa dell'attività edilizia, ben documentata verso la metà del Ciquecento e dovuta, certamente, alla volontà del nuovo abate del monastero, l'ambizioso Giovanni Francesco Gadio.
Le notizie certe riprendono nel 1573, quando Martino Bassi, da poco chiamato a dirigere il cantiere, inizia la costruzione del corpo longitudinale a tre navate, con due file di cappelle laterali concluse da un'abside semicircolare: è scandita con ritmo solenne, la navata centrale, dai grandi archi che si aprono sulle navi minori, e coperta da una volta a botte, una soluzione che l'architetto modella, probabilmente, su quella ideata dal suo maestro Vincenzo Seregni per la chiesa di S. Vittore.
Appartiene alla prima storia della chiesa della Passione il monumento funebre di Daniele Birago e del fratello Francesco, che Andrea Fusina, con l'aiuto di Biagio da Vairone, scolpisce a partire dal 1496, su commissione dei deputati dell'Ospedale Maggiore .
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