In Piazza Mercanti, tra il Palazzo della Ragione e il lato sud, si trovava un’altra struttura caratteristica, la cosiddetta “pietra dei falliti”, un masso spigoloso, su cui, nell’attesa della sentenza, venivano costretti a sedere a natiche nude chi frodava o faceva fallire la propria attività. Nel ‘200 i ladri, colti sul fatto, la prima volta venivano accecati ad un occhio, la seconda mutilati di entrambi le mani; sembra che nell’editto ci fosse anche una terza pena, ma non si sa quale altra mutilazione si rischiasse. Dove prima si trovava la pietra oggi vi troviamo collocato il pozzo, spostato qui dall’originaria posizione in via Mercanti.
Ed ecco perchè si dice "Pietra dello Scandalo"
I milanesi, per definire un’impresa economica finita male, dicono “finì cont el cü per tèrra”;
In realtà questi modi di dire sono diffusi in tutta Italia, perché derivanti dalla stessa legge.
All’epoca di Cicerone infatti , i debitori insolventi e i commercianti falliti subivano come pena una spietata pubblica “esecuzione” che, se non toglieva loro fisicamente la vita, annientava ogni dignità personale tramite “morte civile”.
Venivano condotti nel Campidoglio e, esposti al pubblico ludibrio denudati dalla cintola in giù, obbligati alla “bonorum cessio culo nudo super lapidem”, ossia a cedere i loro beni (ai banditori d’asta) stando seduti a chiappe nude su una pietra.
Le “pietre dello scandalo” , dette anche “dell’infamia” o “dei fallimenti” erano sparse per tutto lo Stivale, non solo nelle grandi città, e alcune sono tutt’ora visibili.
Qui il Magistrato del Bargello, scegliendo le ore in cui il mercato era strapieno, scandiva a voce alta il nome del condannato e il motivo della pena; al tapino poi venivano calate le braghe, era afferrato per braccia e gambe, fatto oscillare sulla folla “ostentando pubenda” e infine, fra i frizzi e lazzi della folla, lasciato cadere “percutiendo lapidem culo nudo”.
Un’ordinanza dello Statuto Cittadino del 1420 prescriveva che il colpevole dovesse essere lì condotto per 3 consecutivi sabati (giorno di mercato), fare 3 volte il giro della piazza preceduto da trombettieri che attirassero l’attenzione e a ogni giro fosse spinto a ”dare a culo nudo su la petra rengadora la quale sia ben unta da trementina”, per farlo bruciare non solo di vergogna.
Nessun commento:
Posta un commento